mercoledì 22 maggio 2013

IN TRENO SENZA FRETTA


Il mio ultimo giorno di viaggio lo voglio dedicare ad un po' di cultura, decido di andare ad Ayhiuttaya, che si trova ad 80 km a nord di Bangkok. Tra tutti mezzi di trasporto locali provati mi manca il treno, perciò raggiungo la stazione di Hua Lampong, dove, appena arrivata non capisco nulla, non ci sono i cartelloni con gli orari dei treni, ele poche informazion che vedo sono in thailandese.
Con le mie due parole chiave, vado alle informazioni e chiedo  " trein, Ayhiuttaia", piu' facile di quello che credevo, mi da la stampa dell'orario con tutte le fermate  - andata e ritorno.
Acquisto un biglietto in terza classe e pago 15 bath, credo che il bigliettaio si sia sbagliato, gli ridico la destinazione e faccio vedere il nome sulla carta, dice ok ok.
15 Bath sono circa 40 centesimi per due ore di viaggio.
Parto alle 9,20, alle 11,20 dovrei arrivare, dico dovrei perche' gli 80 km sono stati fatti in quasi quattro ore. Due fermate dopo la partenza il treno aveva gia' accumulato due ore di ritardo,praticamente a piedi facevo prima.
All' altoparlante continuano a mandare avvisi in thailandese, nessuno dice nulla, la gente e' rimasta composta senza brontolare.



La terza classe per descriverla, e' simile alla carrozza del treno che prendo da Brescia per Parma, solo che qui ha come optional 5 ventilatori funzionanti sul soffitto.
Con me alcuni monaci, che hanno pure con se' sacchettini di cibo contenenti acqua, riso e frutta, gente thailandese e qualche turista occidentale.
Forse sara' questa filosofia buddista che li fa stare bene qui e ora, con la consapevolezza di essere su un lentissimo e caldissimo treno e di non poter cambiare la situazione.

Abituata a trenitalia, dove dopo la frase " ci scusiamo per il disagio" si alza un coro di vaffa....lo, capisco che la tranquillità fa parte di questa cultura, perchè arrabbiarmi o pentirmi di aver preso il treno? Mi godo il bel paesaggio, sudando.
Sono stata tentata di scendere e riprendere un treno per tornate a Bangkok, ma poi osservavo i monaci che con la loro pace e il loro sorriso mi hanno fatto continuare fino alla meta.
Sul treno non si muore di fame e sete , uomini e donne passano a vendere bevande e cibo, prendo dell' ananas come sempre gia' tagliato e insacchettato. Il viaggio e' davvero interminabile,  ma del finestrino vedo cose che non avrei visto da cosi' vicino.
Le tipiche case se su palafitte immerse nel verde, e tante baracche abitate di gente molto povera.
Nella lentezza c'e' sempre qualcosa da scoprire.



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